GLI AMORREI - UN ANTICO POPOLO DELLA SIRIA
Scritto da Giuditta Andrei
La Siria è solo uno fra i paesi del Medio Oriente che hanno plasmato l’intera storia del mondo. Dopo un recente passato al centro di episodi prolungati di guerra che ne ha voluto l’obliterazione geografica secondo meccanismi geo-politici che in questo articolo non approfondiremo, l’adeguato studio della storia della Siria ci consente di riportare questo paese al centro della scena mondiale.
Conoscere la storia di un paese che per molti è solo un semplice teatro di guerra e nient’altro, al giorno d’oggi, ci aiuta a comprendere meglio il nostro presente attuale.
La Siria occupa un posto unico tra gli annali nella storia del mondo e ben poche altre terre vantano un progresso intellettuale e spirituale come il suo. Considerata la culla del Giudaismo, del Cristianesimo e perno storico dell’Islam, la Siria è florida di ispirazione religiosa e inventiva fin dall’antichità.
La storia di questo paese indissolubilmente legato alla sua posizione geografica data il primo insediamento umano proveniente da una grotta vicino ad Aleppo chiamata la grotta di Dederiyeh, ad almeno 700.000 anni fa. Nel periodo pre-cristiano l’attuale zona nota come il Levante, che comprendeva l’attuale Siria, Libano e Palestina venne definita prima dalla civiltà mesopotamica e poi dai libri biblici con il nome Eber-Nari, ovvero “al di là del fiume”.
La storia dei popoli che abitarono la Siria può essere divisa in quattro categorie:
Il periodo Semitico che iniziò approssimativamente nel 2500 a.C. con gli Amorrei e terminò con la caduta dell’impero Babilonese-Caldeo nel 538 a.C. e che anticipò il dominio Persiano
Il periodo Greco-Romano che venne per così dire “inaugurato” dalla conquista da parte di Alessandro Magno nel 333 a.C. e terminò con l’invasione Araba tra il 633-640 d.C.
Il periodo Musulmano che durò fino alla conquista Ottomana avvenuta nel 1516 d.C.
Infine, il periodo Ottomano che si concluse con l’inizio della prima guerra mondiale
Il nome “Siria” nella sua forma attuale deriva del greco. Il termine, si pensa, apparve per la prima volta con il termine “Shryn” nella letteratura Ugaritica e come “Syrion” in ebraico. L’Ugaritico, una lingua semitica oggi estinta che si pensa fosse un dialetto degli Amorrei, venne scoperta per la prima volta da degli archeologi francesi nel 1928, quando, nell’antica città portuale di Ugarit nell’attuale Ras Shamra, a nord della moderna Laodicea, furono ritrovate diverse tavolette a caratteri cuneiformi. Si ritiene che dall’alfabeto Ugaritico, composto da 27 consonanti di base e risalente attorno al II millennio a.C., derivino la maggior parte degli alfabeti moderni come il greco, il latino, l’ebraico, il cirillico e l’arabo.
L’Ugaritico, il cui lessico ad oggi è composto da oltre 2.000 parole, si pensa fosse essenzialmente una lingua locale che, secondo ciò che riportano i testi, veniva utilizzata per raccontare opere mitiche sulle divinità e su come influenzassero gli eventi atmosferici e il lavoro agricolo quotidiano. Un certo numero di tavolette in Ugaritico racconta delle gesta del dio Baal ( termine che significa tempesta) il figlio di El (il Creatore) noto come il dio delle tempeste o Cavaliere delle Nuvole. Questi racconti noti come Mito di Baal-Aliyan e la Morte di Baal sono collettivamente raccolti nel così detto “Ciclo di Baal”.
Nelle fertili aree del territorio Siriano i commerci più frequenti avvenivano con la Mesopotamia e l’Egitto e solitamente, rispetto all’Ugaritico, per le transazioni commerciali, l’apprendimento e l’amministrazione si usava la lingua e scrittura cuneiforme accadico-sumera.
La prima grande comunità o gruppo etnico di origine semitica che abitò la Siria fu il popolo degli Amorrei. Il termine Amorreo o Amorrita deriva dall’aggettivo Accadico Amurru che corrisponde al sumero Mardu. Questo termine che significa “occidentale” secondo molti, fu coniato da loro stessi loro vicini, i Sumeri, per riferirsi ai così detti popoli fuori dalle aree civilizzate dell’antica Mesopotamia.
Il primo riferimento alla terra degli Amorrei la cui presenza si concentrava nell’attuale Siria Centrale, Libano e sud della Palestina, risale circa al 2450 A.C. ancora prima del primo re accadico Sargon il Grande. Il Libano in particolare, e le attuali città di Sidona e Ascalona erano noti per essere i centri principali degli Amorrei.
La capitale Amorrea era Mari, un’antica città-stato vicino all’attuale Abu Kamal (Siria Orientale) sulle rive occidentale del fiume Eufrate, nota per essere un antico e fiorente centro commerciale. E’ proprio dagli antichi scritti del Palazzo di Mari dove furono scoperte tra le 15.000 e le 20.000 tavolette cuneiformi risalenti al regno del re Zimri-Lim (1775-1761 a.C.) che arriva la mole di informazioni riguardo gli Amorrei.
Gli Amorrei chiamavano il loro paese (Siria oggi) A-MUR-RU o MART-U, il nome della divinità della caccia e della guerra. Questo nome, in un certo senso si mantenne anche più tardi quando i Babilonesi definirono il Mediterraneo come “il grande mare di Amurru”.
Molte di questi resoconti descrivono gli Amorrei come un popolo semi-nomade che, nei loro spostamenti nella regione tra il Medio Eufrate e le steppe Siriane, trasportava bestiame. Gradualmente infiltratisi nella Babilonia del III millennio a.C., gli Amorrei emersero come gruppo influente nelle urbanizzate città-stato. Durante la prima età del Bronzo, svilupparono potenti stati come Ebla, Carchemish e Aleppo, costruendo grandi mura fortificate ed elaborati palazzi e templi capaci di rivaleggiare con quelli presenti in Egitto e Mesopotamia. Uno stile artistico e architettonico quello Amorreo che venne indubbiamente influenzato da quello mesopotamico. Quando le influenti dinastie degli Amorrei giunsero a controllare molte città della Babilonia, il sovrano più noto fra queste fu Hammurabi che regnò dal 1792 al 1750 a.C. il cui Codice, rappresenta una dei primi esempi di leggi scritte nella storia dell’umanità.
Si pensa che nella loro vita nomade si spostassero accompagnati dagli asini piuttosto che dai cammelli, in quanto, secondo alcuni, il cammello non era ancora stato addomesticato. Quando gli Amorrei si avvicinarono gradualmente a Babilonia, un poeta contemporaneo sumero vissuto prima del 2000 a.C. riportò:
Per gli Amoriti, l’arma in loro compagnia
...non conosce sottomissione.
Mangiano carne cruda,
Attraverso la loro intera esistenza non possiedono una casa,
Non seppelliscono i loro compagni morti.
Ora Martu possiede una casa…
Ora Martu possiede il grano.
La vita sociale degli Amorrei è stata dedotta dalle tavolette rinvenute a Mari e sappiamo che la popolazione era organizzata in tribù e clan con al loro vertice un capo (sugagu).
La loro economia era principalmente basata sull’allevamento e l’agricoltura, che consisteva nella transumanza stagionale del piccolo bestiame, nella coltivazione di cereali come orzo e sesamo, nella caccia e nel commercio.
La prosperità della loro terra era essenzialmente dovuta alla capacità di irrigazione dei campi coltivati e più principalmente sulle relazioni commerciali con le realtà vicine. La Siria, da sempre corridoio naturale per gli scambi commerciali, favorì gli Amorrei nell’ assumere un ruolo chiave e strategico nel detenere relazioni commerciali dalla Mesopotamia al Golfo Persico fino a raggiungere il delta del Nilo.
Gli Amorrei parlavano una lingua semitica nord-occidentale imparentata con l’ugaritico, l’aramaico e l’ebraico moderno, l’Amorreo. In Mesopotamia la lingua dominante dell’epoca, l’accadico, ebbe diversi prestiti linguistici dall’Amorreo. Questa lingua non ha lasciato particolari tracce di sé, eccetto per alcuni nomi di luoghi, divinità e regnanti.
Il Termine Amorreo ricorre ottantotto volte nella Bibbia Ebraica; il primo si identifica dentro la cosi detta Tavola delle Nazioni in Genesi 10.
Canaan era padre di Sidone, suo primogenito e degli Ittiti, dei Gebusei, degli Amorrei, dei Girgusei, degli Hiviti, degli Arcaiti, dei Siniti, degli Arvaditi, degli Zemariti e degli Hamathiti.
Genesi 10:15-18
Il culto principale degli Amorrei comprendeva l’adorazione di diversi dei, e i loro nomi spesso riflettevano la loro devozione. Un monolite sacro era teso a rappresentare la divinità tribale, a cui spesso, si offrivano sacrifici umani, pratiche religiose che sarebbero state portate avanti dai loro successori, I Cananei, popolo che apparteneva alla loro stessa migrazione etnica. In particolare, attestata dai testi Accadici, oltre alla venerazione di Baal, vi era il culto di Dagan, il dio dell’agricoltura e del grano, Sîn, il dio della luna, Hadda, il dio del tempo e della montagna,
Altre divinità correlate erano Erra, dio della guerra e della malattia, Aštar, dea dell’amore e della fertilità, Nabû, dio della saggezza e della scrittura, Šamaš, il dio del sole, e Yammu, il dio dell’acqua o del mare.
Scrittura Accadico-Amorrea
Al tal proposito molti dei nomi personali richiamavano spesso i nomi delle divinità. I nomi più comuni erano Admu, Amiu, Annu, Erra, Aštar, Baal, Dagan, Hadda, Nabû, Sîn, Šamaš, Yammu, Yaraḫ, Dagan o l’appellativo Ilu/Elu che significa “dio”.
Accanto a questi nomi venivano affiancati, in base all’appartenenza, gli epiteti: ab-u (padre), aḫ‐u (fratello), amm‐u (zio), ḫāl‐u (zia). Mentre per designare un gruppo di persone si utilizzava ḫāl‐u (tribù) o lîm‐u (clan).
Conoscevi la storia degli Amorrei?
Letture consigliate:
History of Syria - Philip K. Hitti 1951
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