IL SUOLO NASCOSTO DELL' AFGHANISTAN
IL SUOLO NASCOSTO DELL'AFGHANISTAN
Scritto da Giuditta Andrei
Menzionare l'Afghanistan, per molti, significa immaginare guerra esplosioni e sofferenza. Quando i talebani nell'agosto 2021 sono tornati al potere in Afghanistan, ho deciso di studiare meglio questa terra, cercando di interpretare, dal mio punto di vista, questo turbolento susseguirsi di drammatici eventi. Sono giunta alla conclusione che i territori che negli anni passati e tuttora vivono situazioni turbolente e sono perennemente sospesi in contesti di guerra, specialmente in Medio Oriente, e sono spesso contesi dalle potenze economiche più affermate, dal mio punto di vista si tratta di quei territori che possiedono enormi riserve naturali potenzialmente sfruttabili. L'Afghanistan è una di queste.
Ufficialmente conosciuto come Emirato Islamico dell'Afghanistan, l'Afghanistan si trova nel cuore dell'Asia sud-centrale, e ha una popolazione di circa 31 milioni di persone. L'Afghanistan è un Paese geograficamente senza sbocco sul mare, e confina:
a sud con il Pakistan
ad ovest con Iran
a nord con Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan
a est con la Cina.
Dilaniato da quattro decenni di guerra e povertà dilagante, un rapporto del 2020 fa sapere che il 90% della popolazione afghana vive sotto la soglia di povertà con un guadagno medio di 2$ al giorno.
Tuttavia sono diverse le cose che guidano l'economia dell'Afghanistan.
L'ECONOMIA DELL'AFGHANISTAN
Al 103° posto nel mondo per PIL, l'agricoltura tradizionalmente domina l'economia in Afghanistan e contribuisce in gran parte alla crescita del paese. Il 70% degli afghani vive e lavora nelle aree rurali, per lo più fattorie, e circa il 15% di terra è adatta e sfruttabile per la coltivazione.
Tradizionalmente l'agricoltura in Afghanistan è da sempre il principale motore dell'economia nazionale: frutta e noci sono tra le esportazioni più importanti, tanto che solo nel 2014 il valore dell'export di queste ammontava a circa 500 milioni di dollari.
Il territorio afghano è noto per le sue uve e meloni insolitamente dolci coltivati a nord dell'Hindu Kush, come anche per le sue melagrane, pistacchi, albicocche, ciliegie, fichi e gelsi. Il grano e i cereali, come orzo, mais e riso sono tutt'al più le colture più importanti. Anche il cotone è ampiamente coltivato.
Recentemente il governo talebano ha affermato che nei primi 7 mesi del 2021, l'Afghanistan ha esportato prodotti per 1 miliardo e 85 milioni di dollari.
Il 97% delle esportazioni, che consiste per lo più in frutta fresca, frutta secca, verdure, piante medicinali e minerali, si concentrano verso Pakistan; paese con cui, citando i dati della Banca Mondiale SIGAR, nel 2021 ha registrato un surplus commerciale di 70 milioni di dollari, seguito da Iran, India, Turchia e Cina .
SETTORE MINERARIO
Un altra cosa muove l'economia dell'Afghanistan, sono le sue risorse naturali, come carbone, rame, gas naturale, petrolio, cobalto, nickel, oro, litio, uranio e oro.
Si ritiene che il paese sia seduto su uno dei più ricchi giacimenti di minerali al mondo, e che il valore di queste risorse sia stato approssimativamente stimato tra 1 e 3 trilioni di dollari. Secondo alcune stime, se il governo dell'Afghanistan facesse un uso eccellente di tutte le sue risorse naturali, la nazione potrebbe vantare nei prossimi anni una delle economie più forti al mondo.
Ecco perché le caratteristiche geologiche-tettoniche uniche dell'Afghanistan, seppur sconosciute ai più, sono importanti per la formazione di depositi minerali e risorse. Vediamo quindi la sua storia geologica:
GEOLOGIA
Una nazione montuosa come l'Afghanistan ha una storia che risale a migliaia di anni fa e i suoi inizi sono strettamente legati alle sue pietre preziose, per cui, dagli albori della civiltà, è sempre stata particolarmente rinomata.
La variegata e complessa storia geologica dell'Afghanistan è assai antica di almeno 1 miliardo di anni; e tutto parte dal fatto che l'Afghanistan è il punto d'incontro geologico che coinvolge la placca euroasiatica, la placca indiana e la placca araba.
La zona di sutura tra antichi continenti un tempo separati dall'oceano, è nota come la Faglia di Herat, una delle faglie più estese presenti nel territorio, che si estende per 1200 km attraverso l'Afghanistan centrale verso le montagne dell'Hindu Kush.
La regione di Bayman, in particolare, si trova nella zona di transizione tra l'intensa attività sismica che caratterizza il confine della placca indo-asiatica dell'Afghanistan orientale e la parte centrale in gran parte inattiva.
La crosta terrestre in Afghanistan è particolarmente vivace e i terremoti che sovente si verificano sono provocati dalle collisioni della placca indiana sulla placca euroasiatica; questo tipo di movimento è noto per aver generato montagne come Himalaya, Hindu Kush, che è in nota come la seconda cintura più sismica al mondo dopo l'Anello di Fuoco del pacifico; e le montagne del Pamir a nord, che gli afghani chiamano il "Tetto del Mondo".
Oltre il 49% della superficie totale dell'Afghanistan si trova sopra i 2000 metri e la cintura alpina che caratterizza il territorio afghano si compone di quasi 15mila montagne. I persistenti movimenti tettonici nel corso dei milioni di anni che hanno generato queste imponenti catene montuose, hanno fornito il calore necessario e la pressione occorrente per formare i numerosi minerali e pietre preziose presenti.
LA ROTTA DEI LAPISLAZZULI
L'Afghanistan è uno dei dei più antichi bacini minerari al mondo.
Storicamente, l'antica Via della Seta che collegava la Cina all'Europa attraverso il Medio Oriente passava direttamente nell'Afghanistan settentrionale, e le sue risorse naturali quali stagno, rame, oro e lapislazzuli venivano esportate in lungo e in largo.
Gli storici ritengono che i lapislazzuli, largamente apprezzati e utilizzati dalle antiche civiltà come quella mesopotamica, egiziana, cinese, greca, romana e indiana, provenissero dalle famose miniere nella remota provincia odierna di Badakhshan, una terra desolata caratterizzata da ripidi burroni e inaccessibili pareti montuose che raggiungono fino ai 17 mila piedi di altezza. Le miniere, secondo le fonti, erano in funzione già nel 7000 a.C. e le prime estrazioni risalgono a più di 6500 anni fa.
La valle di Kokcha, che si trova in una profonda gola nella provincia di Badakhshan, che secoli addietro faceva parte di un territorio noto come Battria o Battriana, è stata, fin dal 700 a.C. una delle mete predilette ma tuttavia inospitali, per cercare il bel lapislazzuli. Questa gemma, per chi non ne fosse a conoscenza, è tra le più antiche fonti commerciali al mondo.
Basti pensare che nell'antichità ad esempio, le tombe reali sumere di Ur, contenevano numerosi manufatti realizzati con il lapislazzuli, tra cui più di 6000 statuette di uccelli, cervi nonché piatti e guarnizioni; mentre in Egitto, i siti di sepoltura risalenti a prima del 3000 a.C. contenevano migliaia di gioielli con esso realizzati. In Egitto, la pietra era favorita per realizzare amuleti e ornamenti, come gli scarabei, mentre la sua polvere veniva utilizzata dalle donne egiziane come pigmento cosmetico.
La tratta commerciale di questa pietra, influenzata sia dell'ambiente geografico che dalla situazione politica, storicamente, si sarebbe svolta con un privilegiato contatto tra:
Baluchistan (nella regione del sud-est iraniano)
Valle dell'Indo
Golfo arabico
Fino a raggiungere l'antica Mesopotamia e l'Egitto successivamente. Le antiche carovane mercantili trasportavano il prezioso carico blu dalla Battria verso le grandi e importanti città.
Marco Polo, nel 1271, nei suoi scritti, fece riferimento alle miniere originarie di lapislazzuli nella zona: "Montagna dove si trova l'azzurro più fine al mondo"
Nel XIX secolo, il tenente della English East India Company, John Wood, fornì una dettagliata e pittoresca descrizione di una spedizione accorsa attorno 1836-1838 nel Badakshan, scrivendo: "Se non desideri morire, evita la Valle di Kokcha". Wood fu il primo europeo a visitare le miniere locali e a raccontare le difficoltà di accesso e i metodi di esplorazione.
Questa zona è tutt'al più nota per aver prodotto anche vari cristalli di lazurite. Tra il 1880 e i primi del 1900, l'azzurrite veniva estratta con il metodo fire-set; un metodo che impiegava l'uso del fuoco lungo il fronte del tunnel per poi esser spento con acqua. Si credeva che questo improvviso cambio di temperatura, causasse la frantumazione delle rocce, semplificando la rimozione del minerale, a volte danneggiando lo stesso.
Nel 2004, alcuni geologi americani, giunti in Afghanistan come parte di un più ampio sforzo di ricostruzione post-bellico, si sono imbattuti in una serie di vecchie carte presso la biblioteca dell' Afghan Geologica Survey di Kabul, che accennavano ai principali giacimenti minerari nel paese; le cui informazioni erano state raccolte dagli esperti minerari sovietici durante l'occupazione nel 1980.
La USGS (United States Geological Survey), un'agenzia scientifica del governo americano, ha effettuato una serie di 28 voli in 43 giorni lungo tutto il territorio afghano, raccogliendo dati e pubblicando i risultati di uno sforzo di "imaging iperspettrale", in cui vengono analizzati, utilizzando una fotocamera per catturare la luce solare riflessa da terra, i riflessi di luce dal terreno.
Questa tecnica consente di distinguere i colori specifici presenti sulla superficie terrestre, come la vegetazione e i minerali: ogni pixel della fotocamera è stato analizzato e correlato con i diversi materiali che si riflettono su un determinato colore.
La pubblicazione di questo studio è composta essenzialmente da due mappe
Minerali contenenti ferro
Carbonio silicio o zolfo
I dati includono 800 milioni di punti analizzati, in un area di 440 mila km quadrati, con circa il 70% del paese praticamente mappato.
Detto questo, le ricche risorse che contraddistinguono l'Afghanistan sono:
Gas naturale
Petrolio
Ferro
Cobalto
Zolfo
Piombo
Zinco
Niobio
Rame
Oro
Gas
Calcare
Bauxite,
Carbone,
Terre rare,
Litio,
Cromo,
Piombo,
Zinco,
Pietre preziose
Talco,
Zolfo,
Travertino,
Gesso,
Marmo,
Platino,
Argento,
Cromite
Alluminio.
Oggi con voi voglio analizzarne alcune:
PETROLIO
L'Afghanistan si colloca nella classifica globale come il 117° produttore di petrolio al mondo.
Secondo le stime, i giacimenti di petrolio nel paese equivarrebbero a circa 1-3,8 miliardi di barili, localizzati principalmente nelle province di Jawzjan e Balkh. Gli studi del Ministero afgano e della United States Geological Survey stimano che ci siano 1.596 milioni di barili di petrolio greggio non ancora scoperto. La produzione di petrolio nel paese è iniziata nell'ottobre 2012 dopo che il paese ha firmato un accordo con la China National Petroleum Corporation.
Nel 2019, un rapporto afgano congiunto con gli Usa, ha affermato che:
"La maggior parte dei petrolio Greggio non scoperto si trova nel bacino afgano-tagiko e la maggior parte del gas naturale hanno scoperto si trova nel bacino di Amu Darya"
GAS
L'Afghanistan occupa il 62° posto nella classifica globale di riserve di gas.
Assieme ai giacimenti di petrolio, i giacimenti di gas, sono stati scoperti nel 1970, e da allora producono 16 trilioni di metri cubi di gas. Secondo le stime, le riserve totali presenti in Afghanistan sì aggirerebbero attorno al trilione di metri cubi. Annualmente il paese produce 6 milioni e 674 milioni di metri cubi.
A partire dal 2020 Afghanistan ha iniziato a estrarre gas da un giacimento da poco scoperto nella provincia settentrionale di Jawzjan. Questo progetto sta estraendo 150.000 m³ di gas da un pozzo di 1500 metri.
CALCARE
Il calcare si classifica tra le prime 10 risorse naturali presenti in Afghanistan.
Il calcare è un materiale molto importante per la costituzione e produzione di cemento, e fino ad ora circa 500 milioni di tonnellate di calcare sono stati scoperti solo in Afghanistan
MARMO
In Afghanistan vi sono almeno 21 fabbriche del marmo. La maggior parte del marmo è assai variegato e la sua estrazione si concentra nelle cave di Balkh, Badakhshan, Bamyan, Helmand, Herat, Kabul e in molti altri luoghi. Il marmo Chesht Sharif e Khogiani è uno dei favoriti.
In Afghanistan sono presenti grandi parietali in marmo e, dalle indagini condotte, sono state classificate 1,3 miliardi di tonnellate di marmo estraibili.
La comunità internazionale ha riconosciuto che l'industria del marmo afgano è una grande promessa per il futuro.
RAME
L'Afghanistan si classica tra le prime cinque nazioni per riserve di rame al mondo, essendo una delle risorse più importanti e maggiormente presenti. Storicamente, questo metallo si concentra prettamente nelle province di Herat, Farah, Kandahar, Kapisa e Zabul.
Nel 2006 una società cinese nota come China Metallurgical Group ha vinto una gara pubblica per guidare il progetto di estrazione di rame a Aybak, nella provincia di Logar e a Samangan; tuttavia la mancanza di infrastrutture nel paese, ha portato pochi progressi su questo progetto.
Nella valle di Mes Aynak, che significa "piccolo deposito di rame" in lingua Dari, si stima che le sue riserve siano enormi, con una presenza di 450 milioni di tonnellate, dal valore di 50 miliardi di dollari.
Un rapporto del 2019 del Ministero delle Miniere del Petrolio dell'Afghanistan, ha stimato che le risorse di rame nel paese si aggirino attorno ai 30 milioni di tonnellate: per di più, nello stesso anno, si affermava l'esistenza di 28,5 milioni di tonnellate di rame in depositi di porfido non ancora scoperti.
ORO
Come per il rame, l'estrazione dell'oro in Afghanistan è iniziata nel 2006. Questa preziosa risorsa si concentra in luoghi come le provincie di Takhar, Badakhshan e la provincia di Ghazni.
I depositi di oro, in Afghanistan, si possono considerare più modeste, con circa 2700 kg, per un valore di quasi 170 milioni di dollari.
Subito dopo la presa da parte dei Talebani dell'Afghanistan nel 2021, l'amministrazione americana ha congelato le partecipazioni del governo afgano nelle banche statunitensi, impedendo a questi di accedere ai miliardi di dollari di riserve estere del paese. Tra queste attività intrappolate ci sarebbe una scorta di lingotti d'oro presso la Federal Reserve Bank di New York, che, secondo i dati pubblicati dalla banca centrale, il deposito ammontava, nel dicembre 2020, a circa 22 tonnellate di oro.
Nel 1978, un anno prima che l'Unione Sovietica invadesse l'Afghanistan, l'archeologo russo Viktor Ivanovich Sarianidi, iniziò a scavare nel sito di Tillya Tepe nel nord del paese, scoprendo un importante tesoro scintillante noto come L'Oro Battriano.
Si pensa che il tesoro, storicamente, sia stato sepolto dai nomadi sciti o cinesi all'inizio dell'era cristiana. Quest'area, nell'antichità, fu più volte conquistata e riconquistata da così tanti popoli, che era probabilmente un sito ricco di manufatti provenienti da numerose culture.
I lavori hanno scoperto sei tombe databili al I secolo e più di 20.000 oggetti d'oro, come anelli, monete, armi, orecchini, bracciali e corone; alcuni di questi realizzati con pietre preziose come turchese, corniola e lapislazzuli. Sebbene questa scoperta storico-archeologica non sia ben nota al vasto pubblico, 25mila manufatti, scoperti durante la spedizione, sono scomparsi senza lasciare traccia durante la guerra, e una parte di questa collezione è in fase di ricreazione presso il Museo Nazionale dell'Afghanistan.
FERRO
Oltre all'oro, l'Afghanistan possiede depositi significativi di ferro concentrati nel deposito di Hajigak, nella provincia di Bamyan. Nel 2019, un rapporto ha affermato che l'Afghanistan possiede oltre 2,2 miliardi di tonnellate di minerale di ferro di alta qualità per la produzione di acciaio, per un valore totale di oltre 350 miliardi di dollari. L'Afghanistan si colloca, ancora una volta, tra le prime dieci nazioni al mondo nel settore del ferro estraibile.
LITIO
Il litio è un minerale estratto notoriamente nel cosiddetto "triangolo del litio" in Sudamerica, tra Bolivia, Argentina, Cile; paesi che possiedono le più grandi riserve al mondo.
Nel 2010, secondo quanto riferito da una nota interna, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti descrive l'Afghanistan come "l'Arabia Saudita del litio"; il paese cioè potrebbe diventare potenzialmente un fornitore di litio come l'Arabia è cruciale per le sue riserve di petrolio.
Secondo i funzionari del Pentagono e dalle loro analisi, nella provincia di Ghazni, vi sarebbero depositi di litio grandi come quelli esistenti in Bolivia, pari a un trilione di dollari.
Il mondo, consolidando la sua agenda ambientale e muovendosi verso la decarbonizzazione dei sistemi energetici, avrà sempre più bisogno del litio per la creazione di batterie per l'accumulo di energia necessarie alle auto elettriche.
Per alcuni, il litio viene chiamato "Il nuovo petrolio". Pensiamo ad esempio che solo nel 1995, la produzione annuale di litio era di circa 6500 tonnellate; mentre negli ultimi anni la richiesta è aumentata di 10 volte, costituendo 345.000 tonnellate solo nel 2020. In queste circostanze, il futuro delle batterie agli ioni di litio potrebbe dipendere da chi avrà il controllo delle riserve afghane.
Fino ad ora, su questo fronte, paesi come Cina, Russia e Iran hanno rivelato le loro intenzioni di sviluppare relazioni amichevoli con i Talebani. La Cina è il leader assoluto dell'estrazione di metalli delle terre rare e il più grande produttore di celle al litio al mondo.
TERRE RARE
Nel 2019, il rapporto del Ministero delle Miniere ha affermato che l'Afghanistan detiene 1,4 milioni di tonnellate di minerali delle Terre Rare, ovvero un gruppo di 17 elementi chimici apprezzati principalmente per le applicazioni nell'elettronica e nella produzione di tecnologie moderne. In Afghanistan, queste si concentrano principalmente nel Khanneshin, nella provincia di Helmand, con una stima di 1,4 milioni di tonnellate presenti.
Le Terre Rare sono componenti essenziali in campo tecnologico e sono impiegati principalmente per cellulari, televisori, motori ibridi, generatori, computer, laser, batterie, DVD, illuminazione fluorescente, turbine eoliche e attrezzature militari (come occhiali per la visione notturna, armi di precisione e apparecchiature GPS)
La domanda di questi elementi ha visto la sua prima esplosione a metà degli anni 60 con l'entrata sul mercato dei primi televisori a colori; questo perché l'europio, in particolare, l'elemento più reattivo delle Terre Rare, è un materiale essenziale per produrre immagini a colori.
Negli ultimi 20 anni la crescente domanda di telefoni-cellulari e computer ha impennato la richiesta di Terre Rare. La Cina è il più grande produttore mondiale di materiali delle Terre Rare ed è anche il consumatore dominante, seguita da Giappone e Stati Uniti.
Il dominio cinese ha raggiunto il suo picco nel 2010, quando il controllo della produzione mondiale delle Terre Rare e dei prezzi ha raggiunto il 95%.
PIETRE PREZIOSE
Come abbiamo visto, l'Afghanistan è sempre stato storicamente una delle principali fonti di lapislazzuli, così come per altre pietre preziose come rubini e smeraldi. Le prime immagini moderne sui minerali dell'Afghanistan sono state condotte da geologi britannici e tedeschi, ma furono i sovietici negli anni 60-70 che eseguirono il lavoro esplorativo più sistematico in tutto il paese.
Nel 2018 il paese ha esportato 100 milioni di dollari di gemme.
Si ritiene che l'Afghanistan abbia depositi significativi di:
Smeraldi di finissima qualità e purezza, che si trovano principalmente nella provincia del Panjshir, a sud di Kabul
Lapislazzuli: estratti nel nord dell' Afghanistan, Tagikistan, Pakistan
Kunzite: uno delle gemme più antiche al mondo scoperta inizialmente in America all'inizio del XX secolo, seppur si trovi però anche negli stessi aridi altopiani della Afghanistan e nel Nuristan, dove dal 1980 ad oggi sono stati estratti approssimativamente 2000 kg di fine Kunzite
Morganite
Rubino: che sarebbe concentrato nel Jagdalek e nel distretto di Sorboi, a sud di Kabul
Zaffiro
Onice
Ametista
Acquamarina: si concentra nella regione del Nuristan passando per le provincie di Laghman e Konar
Hiddenite
Tormalina nel Nuristan
Berillo
Spinello: ha avuto origine nella regione montuosa di Badakshan
Serpentino
Topazio
Pegmatite
In un articolo del 2018 si racconta di come la crescente domanda globale di cosmetici, marmo e acciaio inossidabile nelle mani dei militanti dello Stato Islamico, stia aiutando a finanziare le loro insurrezioni, guadagnando milioni di dollari ogni anno, grazie anche alle estrazioni di talco e cromite.
Come per le aziende russe e iraniane, la Cina potrebbe diventare il principali investitore e benefattore in Afghanistan, aiutando lo sviluppo del settore minerario e colmando la lacuna finanziaria nel paese.
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